Giovanni Virgadavola, nasce a Vittoria il 14 Agosto 1940, in una famiglia contadina numerosa composta da 6 figli. Conosce la carestia del Dopoguerra e per la scarsità di cibo di quel periodo perde un fratello di 6 mesi, morto di fame. Le famiglie povere di quel tempo vestivano solo di abiti tappezzati o fatti interamente con la stoffa dei paracaduti, dopo la liberazione d'Italia da parte degli Americani. Frequenta la scuola elementare, ma ripete il primo anno due volte, contemporaneamente, lavora come pastore per la misera paga di un pasto che consisteva in un pezzo di pane e siero di ricotta, in seguito si ritira dagli studi per aiutare il padre nei campi. La sera, dopo una giornata di lavoro, la famiglia, in mancanza di radio o televisione, si riuniva in cerchio, dove ci si raccontava “i cunti”, racconti di storia o leggende, tramandate di generazione in generazione o le storie dell’opera dei pupi raccontata da chi, il giorno prima poteva permettersi di vederla. Giovanni, porta avanti il mestiere della famiglia contadina, passando dal lavoro dei campi al lavoro agricolo sotto serra con il pomodoro. Ma all’età di 25 anni nel 1965, si rense conto che comincia a cambiare la cultura, scompaiono molti mestieri e il carretto mezzo di trasporto, viene sostituito dai mezzi a motore. Nacque così in Giovanni l’idea di raccogliere e tutelare questo pezzo di storia che stava scomparendo. Si dedica alla ricerca e allo studio per incrementare la sua collezione, integrandola con attrezzi da lavoro. In seguito, nel proprio terreno agricolo inaugura la Serra Museo e ne censisce la collezione nel 2004 in formato sia digitale che cartaceo, registrata nell'Area sovrintendenza per i beni culturali e ambientali N1067 della regione Siciliana. Nello stesso anno, viene intervistato dal famoso puparo siciliano, Mimmo Cuticchio, che ne visita la collezione, in collaborazione con l’Università Degli Studi Di Palermo e ne dedica una sezione nella raccolta “I Sentieri dei narratori” a cura di Roberto Giambrone. Nel 2011, collabora con il regista Nello Correale per il documentario per la cantante Rosa Balistreri nel film “LA VOCE DI ROSA”. Solo nel 2012, il comune decide di assegnare un posto dentro la città, all'interno della fiera Emaia di Vittoria. Nel 2014 il regista Nello Correale presenta il film “IL TORO DI WALL STREET” un Biografilm composto dalla biografia dello scultore Arturo Di Modica e la biografia di Giovanni Virgadavola. Collabora nell'arredamento e scenografia con i pezzi della propria collezione nel film di livello internazionale “IL RACCONTO DEI RACCONTI” che uscirà il 14 maggio 2015, film Matteo Garrone il regista di Gomorra, su richiesta di quest'ultimo Giovanni lavora pure come comparsa in questo film. Nel 2015 viene invitato all’EXPO di Milano nel quale fece conoscere l’arte dei cuntastorie, attraverso i suoi racconti e i suoi dipinti. Nel 2016, partecipa come co-protagonista al film “I Cantastorie”, nelle vesti di zio Peppe. Tratta la storia di un padre e di sua figlia che si rendono conto, attraverso i racconti dello zio Peppe, dell’importanza dell’antico mestiere del cantastorie, che cela qualcosa di misterioso e potente. Viene invitato dalle varie università d’Italia come Palermo, Catania, trapani, Bologna e Milano. Nel corso degli anni dal 2002 in poi venne notato e intervistato dai più prestigiosi programmi televisivi nazionali come la Mediaset e la rai. L’amore per la sua terra e per il carretto lo spinge ad esprimersi in versi, facendo accrescere in sé la passione e l’arte del poeta-cuntastorie che risulterà poi essere il suo cavallo di battaglia dal modo di interpretare scrivere e raccontare le storie. Contemporaneamente alla sua crescita come poeta-cuntastorie, Giovanni si spinge oltre e inizia a dipingere i “cunti” su tela, che durante i racconti con l’aiuto di un bastone mimava e indicava in sequenza le varie storie della Sicilia. Nel suo percorso scrive svariati libri: il primo in assoluto è “U MO DIALETTO” pubblicato nel settembre del 1986, una raccolta di poesie, nella quale fa parte la sua poesia più famosa “U CARRETTU” dove il poeta spiega la costruzione e la composizione del carretto in versi dialettali, tale poesia sarà riportata quasi in tutti i suoi scritti. Nel giugno del 1992 Scrive il libro" 'U CARRETTU” anch'esso una raccolta di poesie scritte dall'autore. Il canto del carretto composto da due edizioni una del settembre 1996 e la seconda dell'aprile 2009. Gli scritti sono una raccolta di foto e spiegazione della pittura, scultura e lavorazione del ferro a mano, delle targhe di circolazione, marche da bollo dei carretti siciliani. Include foto di dipinti nei carretti, come L’ Orlando Furioso, L’Orlando Innamorato, lo sbarco dei Mille, La Cavalleria Rusticana, Paladini di Francia- storie, filastrocche, canti religiosi, canti dei carrettieri e “miniminagghie” antiche tramandate di generazione in generazione. Qui l’autore parla del suo hobby, della sua collezione, del carretto come eredità culturale e delle varie fasi di costruzione e rifinizione del carretto, dalla bottega del carradore alla bottega del decoratore. Nell'aprile del 2006 pubblica “VITE UOMO E VINO” uno scritto che parla e racconta la cultura e l'orgoglio contadino nei campi e nella lavorazione della vite e del vino. In fine i riconoscimenti e diplomi ricevuti nel corso della sua carriera sono centinaia ma il più importante arriva nel giugno del 2022 quando viene iscritto nel Registro Delle Eredità Immateriali della Sicilia (REIS) nel libro dei Tesori Umani Viventi, riconosciuto come cuntastorie, studioso della storia del carretto, Poeta Dialettale Siciliano e abile pittore. Muore il 2 settembre 2022.